domenica 26 aprile 2020

Plinio il Giovane: Lettera a Calpurnia [VI 4] (struttura commentata)


C. Plinius Calpurniae suae s.
(si tratta della consueta formula di saluto; s. è l’abbreviazione di “salutem dicit”)

(dopo aver tradotto il passo)

Una riflessione per comprendere la cultura classica

Evidenzia l’isotopia dei sentimenti: qual è il lessico delle emozioni che qui viene usato? Costruisci un commento.

Rileva gli aspetti formali che Plinio cura sempre con grande attenzione: anafore, litoti, asindeti e polisindeti, uso di composti differenti della stessa parola, simmetrie…

Numquam sum magis de occupationibus meis questus,
(osserva il predicato verbale composto. Attenzione a com’è scritto! Non confonderlo)
quae me non sunt passae
(che pronome riconosci? A cosa si riferisce?)
(anche se me si trova in questa posizione, in realtà va inserito nella subordinata; quindi che funzione sintattica riveste?)
aut
proficiscentem valetudinis causa
(che modo è? Con chi concorda?)
in Campaniam te prosequi
(dove individui il sogg.?)
(in Campaniam –che compl. è?- ovviamente dipende ἀπὸ κοινοῦ anche da proficiscentem)
aut
profectam
(che modo è? Con chi concorda? Attenzione alla consecutio)
e vestigio subsequi.
(qui sono sottintesi sia il sogg. sia il c. ogg., ma li puoi facilmente ricavare dalla prop. precedente)

Nunc enim praecipue
simul esse
cupiebam,
ut oculis meis crederem
(da quale subordinata dipende questa proposiz.?)
quid viribus quid corpusculo apparares,
(che pronome riconosci? Quindi di che subord. si tratta?)
(attenzione al riconoscimento del verbo e alla sua costruzione)
ecquid denique secessus voluptates regionisque abundantiam inoffensa transmitteres.
(che caso è secessus? Controlla la declinazione)

Equidem etiam fortem te non sine cura desiderarem;
(che valore assume questo modo –in questo tempo- in una prop. indipendente?)

est enim suspensum et anxium
(dove individui il sogg.? Questa funzione è svolta qui da una prop.; ciò ti spiega il genere dei due nomi del predicato)
de eo
quem ardentissime diligas
interdum nihil scire.

Nunc vero me cum absentiae tum infirmitatis tuae ratio incerta et varia sollicitudine exterret.
(qual è il sogg.? Quali compl. regge?)
(osserva la correlazione tra cum e tum; quindi cum non è né preposizione né congiunz. subordinante)

Vereor omnia,
imaginor omnia,
(attenzione alla diatesi dei due verbi!)

quaeque natura metuentium est,
(qui l’agg. relativo non prevede l’antecedente; prova a darne una traduzione; quae natura è ovviamente il sogg.)
(che modo e che caso è metuentium?)
ea maxime mihi
quae maxime abominor
(che pronome è? A cosa si riferisce? Attenzione al caso e al genere!!!)
fingo.

Quo impensius rogo,
(nonostante la sua natura quo non ha valore di avverbio relativo, ma di connettivo; la sua presenza è giustificata dal grado di impensius –è agg. o avverbio?-)
ut timori meo cotidie singulis vel etiam binis epistulis consulas.
(che tipo di subordinata riconosci? Tieni conto del verbo che la regge)
(controlla la costruzione del verbo, che qui regge timori meo)
(che tipo di numerale trovi? Eppure come lo devi rendere?)

Ero enim securior
(attenzione al tempo del verbo e al grado dell’agg.!)
dum lego,

statimque timebo
cum legero.
(attenzione al tempo! Qui ha una rilevanza anche per il significato del testo!)

Vale.
(è la consueta formula di addio)


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