domenica 22 luglio 2018

Fedro: La rana e il bue (struttura commentata)


(dopo aver tradotto il passo)

Una riflessione per comprendere la cultura classica

Quale vizio umano è qui condannato?

Dove individui la morale della favola? Essa ti offre una chiave di lettura perché i termini con cui designa le categorie umane non appartengono al lessico della morale: a quale ambito invece si riferiscono?

Nonostante la condanna, si può cogliere un moto di simpatia, o meglio di umana pietà, dell’autore per la protagonista?

Inops,
potentem
(di quale verbo è compl. ogg.?)
dum vult
imitari,
(attenzione alla diatesi)
perit.
(qual è il sogg.?)

In prato quondam rana conspexit bovem
(non confondere quondam con quodam)
et
tacta invidia tantae magnitudinis
(che modo riconosci? Con chi concorda? La sua diatesi ti giustifica il caso di invidia)
rugosam inflavit pellem:

tum natos suos interrogavit,
an bove esset latior.
(che tipo di subordinata viene introdotta da an? Tieni conto del significato del verbo della principale)

Illi negarunt.

Rursus intendit cutem maiore nisu
et simili quaesivit modo,
quis maior esset.
(che pronome è? Quindi che subordinata è qui presente?)

Illi dixerunt bovem.

Novissime
indignata
(che modo è? Con chi concorda? Attenzione alla diatesi)
dum vult
validius inflare sese,
(attenzione al grado di validius. Si tratta di un aggettivo o di qualcos’altro?)
rupto
iacuit
corpore.
(a che sintagma appartiene? Che tipo di struttura riconosci?)


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