(dopo
aver tradotto il passo)
Una riflessione per comprendere la cultura classica
Questo
passo espone efficacemente l’idea che i Romani volevano tramandare della
propria storia, del proprio atteggiamento nei confronti dei nemici e dell’imperium che
avevano creato.
Viene
inoltre delineato un codice di comportamento da assumere in guerra: prova a
desumere le due tipologie e i casi in cui esse vanno applicate.
Cerca
inoltre di comprendere qual è il ruolo storico dell’imperium che
qui viene presentato e qual è il valore politico (una delle virtù cardinali)
che, nelle parole di Cicerone, ha sempre guidato i Romani.
Sunt autem quaedam officia
etiam adversus
eos servanda,
(in quale forma perifrastica il predicato verbale qui compare? Osserva che
essa compare anche in altri punti del brano)
a quibus iniuriam acceperis.
(che pronome
riconosci? a quale antecedente si riferisce?)
(la seconda persona
del verbo ha qui valore di soggetto generico)
Est enim ulciscendi
et puniendi modus;
(che modo sono ulciscendi et puniendi? Da cosa dipendono?)
atque
haud scio
an satis sit
(che proposizione
riconosci? osserva la presenza di an e il
significato del verbo della reggente)
(per la traduzione
tieni conto che si tratta di una forma di cortesia propria del sermo urbanus)
eum,
(a quale proposizione
appartiene e quale funzione riveste in essa?)
qui lacessierit,
(che pronome
riconosci? a chi si riferisce?)
(che modo riconosci?
Perché esso compare qui? Ripassa la cosiddetta “attrazione modale” e attento
alla consecutio temporum)
iniuriae suae paenitere,
(ripassa la costruzione
di questo verbo –fa parte di un gruppo di cinque verbi con una costruzione
particolare-)
ut et ipse ne quid tale posthac
(che proposizione
riconosci?)
(per tradurre dovresti
sottintendere un predicato, ad esempio faciat)
(per comprendere ne quid tieni conto che ut regge entrambe le proposizioni
coordinate, delle quali però solo la prima è negativa; inoltre ricorda che
pronome è quid quando è preceduto da particelle come ne)
et ceteri sint
ad iniuriam tardiores.
(attenzione al grado
dell’aggettivo)
(attenzione al
lessico! iniuria è un “falso amico”)
Atque
in re publica maxime conservanda sunt iura belli.
Nam
cum sint duo
genera decertandi,
(che valore dai a
questo cum?)
unum per disceptationem, alterum
per vim,
(viene qui presentata
un’alternativa che è poi ripresa nelle righe successive)
cumque illud
proprium sit
hominis, hoc beluarum,
(a cosa si riferisce illud? A cosa invece hoc?)
confugiendum
est ad posterius,
si non licet
uti superiore.
(controlla la
costruzione del verbo)
(a cosa si riferisce ad posterius? A cosa
invece superiore?)
Quare
suscipienda
quidem bella sunt
ob eam causam,
ut sine iniuria in pace vivatur,
(nonostante la diversa
funzione sintattica, questa proposizione ha valore epesegetico rispetto a quale
complemento della reggente?)
parta autem victoria
(che modo riconosci?
Con quale funzione è qui usato?)
conservandi ii,
(quale ausiliare è qui sottinteso?)
qui non crudeles in bello, non immanes fuerunt,
(a chi si riferisce
questo pronome?)
ut maiores
nostri Tusculanos, Aequos, Volscos, Sabinos, Hernicos in civitatem etiam
acceperunt,
at Carthaginem et Numantiam
funditus sustulerunt;
(attenzione! qui ut è usato come avverbio e non come congiunzione)
(qui Cicerone presenta
exempla storici dividendoli in due gruppi
opposti; quale congiunzione evidenzia la contrapposizione?)
(attenzione al secondo
verbo; da dove deriva?)
nollem
Corinthum,
(qui è sottinteso il
sogg., che puoi ricavare tornando indietro di qualche parola)
(anche il verbo è
sottinteso; qui la forma più probabile del verbo eliso è sustulisse)
sed
credo
aliquid secutos,
opportunitatem
loci maxime,
(anche qui il sogg. è
sottinteso; osserva le righe precedenti)
(per comprendere il
valore sintattico di secutos tieni conto che è sottinteso un
ausiliare)
(opportunitatem loci ha valore epesegetico rispetto a quale pronome?)
ne posset locus ipse
aliquando adhortari
(attenzione alla
diatesi!)
ad bellum faciendum.
(che modo riconosci?
Che funzione sintattica qui assume?)
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